lunedì 11 luglio 2016

"gattaro"

É tanto che non scrivo e forse avrei dovuto continuare.
Ma ci sono, a volte, delle condizioni e transiti che lo impongono.
Fosse solo per mantenere quell'indispensabile rispetto per noi stessi, per le proprie emozioni e per quel modo del tutto personale di guardare, vedere la realtà che ci circonda.
Dopo anni di viaggi, di esperienze, fotografie, decisioni ed errori, sono rientrato in Italia.
Non so bene per quanto ma ora è così.

Per il mio piccolo quartiere, più una corte, una via chiusa che giunge ad una chiesetta del millecento, vecchie case di nonni ristrutturate malamente da figli e nipoti, sono giudicato un "gattaro".
Fondamentalmente antipatico a tutti i vicini, che hanno, come divertimento individuale, quello di interessarsi e sparlare delle vite degli altri.
Con così tanto tempo per farlo, tra un viaggio ai cassonetti e l'altro, da annoiarsi degli argomenti.
Così annoiati appunto, da trovare il tempo di chiamare l'ufficio dei vigili urbani ( qui si chiama polizia municipale ) per domandare se è legale che una macchina con targa austriaca possa rimanere parcheggiata a lungo in una strada italiana.
Quello che accade dietro alle loro finestre, dietro alle tendine lavate e ben stirate, i vetri lucidati ogni giorno, lo sanno solo loro. Le guerre tra nipoti per uno straccio di terra, le discussioni per le foglie dei vicini, le lamentele e litigate per i cani, i sospettosi lividi sui volti delle mogli non importano nessuno e i buongiorno e i buonasera si sprecano tra i denti stretti.
Vanno regolarmente in chiesa, mettono i drappi rossi alle finestre per le processioni, cantano in coro con le porte della chiesa spalancate devoti ai riti del mese mariano.
Gente in gamba, precisa, puntuale, rigorosa per i doveri altrui e irrispettosa dei propri doveri.
Coerenti.
Così coerenti, in una Italia messa come è messa, da trovare il tempo e la coesione sociale, quando per raggiunti limiti di età, hanno cambiato il parroco, di scrivere una lettera al vescovo dove comunicavano che il nuovo arrivato non era gradito, per quella sottile mancanza culturale rappresentata dal fatto che costui si rifiutava di rendersi disponibile, per cause diverse e più urgenti, di benedire le auto nuove.
Io sarò gattaro, antipatico, non mi interesso dei fatti degli altri quando non lo meritano, non vado a messa... Loro cristiani cattolici, ligi ai tempi ed alle funzioni credono...
Dovrebbero credere, al " bussate vi sarà aperto" ,
alla divisione del pane, alla "comunità ".
Questa gente vota alle elezioni nella scuola vicina, vota ai referendum.
Questa gente si prende il diritto di giudicare, etichettare, processare ed emettere sentenze.
Seduti nelle loro macchine, nei loro cento metri di giardino affollati di nanetti e Biancaneve.
Che legge solo i manifesti dei morti sui muri della cittadina commentando " adesso vedremo chi si prenderà la casa, il terreno, il pozzo".
Non siamo alla periferia del mondo, siamo nel nord-est.
Quel nord-est, dove le locomotive viaggiano con il lavoro, carbone e grappini e spesso il malaffare.
Dove ad una festa di tifosi ( ultras? ) della squadra retrocessa, posizionano le macchine nel parcheggio in modo da formare il disegno di una svastica.
Così va il mondo, o almeno una gran parte dei 45 gradi est.
E non mi si venga a dire che nessuno sa, che in fondo è folclore locale.
In una porzione del nord dove hanno casa le più potenti organizzazioni religiose dopo Roma, la sede della massoneria con la  targa con il compasso in uno dei palazzi del centro storico.
Location di fondazioni fumose ed indecifrabili, da quella del teatro a quella gialla del quasi ex sindaco.
Una cosa è certa, siamo qui ma anche in Italia, una porzione di italiani che sfodera le bandiere per un campionato europeo e le tiene ben piegate nel cassetto il 25 aprile ed il primo maggio.
Questo è il tessuto, questa è là mentalità e se tanto mi da tanto, difficile che si arriverà da qualche parte.
Di conseguenza, io mi tengo l'etichetta del "gattaro", perché non è una offesa, anzi, per quanto mi riguarda è decisamente un complimento e ne vado fiero.
Ma loro non lo sanno e non arriveranno mai a comprenderlo.