martedì 9 ottobre 2012

Trucioli


Ragiono e agisco come un falegname...
Amo il profumo del legno e della resina. Mi piacciono gli incastri perfetti assecondando le venature, gli ostacoli dei nodi, la cura con cui si tende la cera affinchè il legno viva
un' esistenza lunga, morbida e lucente.
Ho imparato a rispettare le energie dei materiali e capire che quando è necessario uno sforzo eccessivo qualcosa di sbagliato esiste ed è concreta.
Mi piace ascoltare gli artigiani, i segreti antichi, che con riluttanza ti concedono goccia dopo goccia e fare cose nuove con contenuti anziani, magari bruttissime ma oneste.
Applico queste modeste teorie ed altre anche alle analisi delle vicende che mi accadono intorno, alle persone, alle idee, alla vita.

Mi stanno bene gli incontri di Cernobbio, di Cortina, di Cl a Rimini, Bruxelles, della BCE, delle Nazioni Unite, quelli di The World  Economic Forum, di Strasburgo fino a quelli di Pontida. le interviste imposte, le logiche perverse del marketing politico, perfino le ripicche delle prime donne dei partiti, le trasmissioni dei soliti ospiti noti, le "pacatezze" del governo tecnico, i luoghi comuni, le eccellenze finte, le dimissioni fasulle, i manifesti, le rassegne stampa, le ridiscese in campo, i balli in maschera, le gole urlanti che hanno niente da dire.

Ritengo però che per far capire bene le cose alla gente, gente fatta da persone, sia necessario esempio diretto non mediato, descritto, sponsorizzato, sostenuto e intervistato.
Il governo tecnico in carica, (così falsamente amato da maggioranza, opposizione e da un centro fantomatico ) e così pronto ogni volta a definire il suo ruolo indipendente dalla politica ma con tutti i privilegi, dovrebbe confrontarsi con il Paese. Trovare, tra tutti gli appuntamenti internazionali, nazionali e televisivi, regione per regione, in relazione all'estensione, l'occasione per incontri con le realtà locali.
Spiegare loro che sono purtroppo dove sono perchè il precedente governo ha miseramente fallito.
Falliti rimasti intoccati esattamente come prima, grazie ad una legge elettorare ad hoc, accordi ed equilibri disperati e che ha portato il Paese in 20 anni di governo al livello economico, morale, istituzionale più basso mai raggiunto dalla nostra Repubblica.
Non parlo solo di crisi, come fosse la scusa di qualsiasi azione, ma di persone, di azioni, di tempo usato, di parlamentari, sindaci, assessori, presidenti.
Non parlo di Democrazia, parola usata come fosse uno sbiancante per ogni azione.
Battere a tappeto la Nazione spiegando con parole povere cosa vuole dire " la fine del tunnel", cosa significa aver lasciato fare alla Fiat quello che ha fatto, perchè non si è agito con una patrimoniale, perchè lo spread è più importante di una, mille, milioni di pensioni. perchè il mercato globale è visto solo verso l'esterno e mai all'interno.
Non lo faranno, perchè semplicemente le forze politiche di prima, seconda e di mezza repubblica, di queste risposte non ne hanno data una e i tecnici faranno lo stesso.
Ogni giorno ci sono fatti nuovi, Taranto, la Sardegna, i cantieri navali, ma poi, scendendo sul piccolo, le scuole, gli asili, i parchi, le metropolitane, i trasporti pubblici, gli ospedali, i ricoveri, i cimiteri, le regioni.
Vedo sempre più spesso giornalisti con l'offesa facile, con il medesimo approccio e le stesse tecniche di chi vorrebbero mettere alla berlina, nella evidente paura di perdere un vasetto di fiori del proprio davanzale.
Ascolto sproloqui riguardo la scomparsa della differenza tra destra e sinistra.
Esistono differenze importanti ed indimenticate, fondamentali.
Per uno di sinistra un sindaco fascista è e deve essere inaccettabile.
Un governatore cattolico che dice quello che dice è una offesa alle intelligenze, alla fede ed alle sensibilità.
In una trasmissione televisiva assistere a dialoghi tra conduttore ed ospite, che si sono querelati e scandalizzati mesi prima per pestate di piedi , azzera il suo valore di obiettività.
Con i soldi pubblici degli abbonamenti Rai sopportare sul primo canale campagne elettorali mascherate da inchieste e analisi, è umiliante. Dopo venti anni, trent'anni, le stesse persone siedono su sedie che cambiano design e scenografie senza percepire nemmeno l'ombra del fallimento al quale hanno collaborato e continuano a parlare di Paese, di moderati, di rilancio, di moralizzazione.
Altro che maschere da maiali.
Sono di gran lunga più pericolose le facce dei finti onesti compresi gli elettori.
Dei burocrati con le loro cartelline in mano.
Dei medici che messaggiano durante i turni ospedalieri.
Degli insegnanti che non insegnano niente.
Dei genitori che aggrediscono gli insegnanti coerenti per aver avuto il coraggio di giudicare i loro i figli.
Degli imprenditori che parlano di lavoro per la crescita del Paese e spostano produzioni e fabbriche dove i lavoratori sono meno pagati e tutelati.
Dei proprietari di appartamenti che affittano 40 metri a dieci studenti o 20 cinesi a 200 euro ciascuno.
Dei giovani ( ne conosco purtroppo molti ) che vogliono il lavoro sottocasa, che non conoscono niente della storia recente e recentissima ma, indignati, sanno tutto del nuovo IPhone 5 e fra poco, non si capirà mai come, lo avranno.
Delle persone che vantano finto amore per gli animali e fanno offerte teatrali per un giorno e indossano montoni, pellicce, borse, stivali assemblati in estremo oriente forse da mani infantili.
Dei padri di famiglia che baciano le figlie minorenni e vanno in vacanza a Cuba, in Brasile, in Thailandia oppure guardano il lato b delle ragazzine quando sono al bar, ridendo con gli amici.
Non tutti sono così, certo,  ma anche tutti questi votano, eleggono, mandano in parlamento le persone che abbiamo e delle quali ci stupiamo, ci indignamo.
In fondo la classe politica non è altro che lo specchio reale e feroce del paese.
E questo Paese sta male, precipitato come è nella maleducazione, nella violenza del pensiero, nella volgarità.
Un Paese che riesce a guardare solo all'oggi educato come è stato educato, a colpi di scandali e furberie.
Un Paese che non è più capace di guardarsi intorno scorgendo un'ombra, uno sguardo, un colore, un sorriso.
Che litiga per ogni cosa, dal calcio alle precedenze agli incroci, dai parcheggi alle briciole di pane dei balconi. Ho come l'impressione che si stia arrivando al punto che "far del male" per molti, stia diventando gratificante. Che compensi carenze, desiderio di rivalsa, incomunicabilità.
Non tutti certo, lo ripeto con chiarezza ma è anche evidente che una gran parte dello stesso Paese si è ritirata nel silenzio, nella convinzione che qualunque azione sia inutile, inefficace.
Spero che non sia così. Mi auguro che la reazione non sia solo concessa a campagne elettorali, giornalisti affamati di popolarità, diffusione e ascolti, followers su twitter, "piace" su facebook ma anche nelle cose semplici, quotidiane. Quando si va a comprare un giornale, si attraversa una strada, ci si accomoda in un bar, si parla con un cliente o un collega.
Un "mi scusi", un "grazie", un sorriso, non costa assolutamente nulla e se è sincero, come un granellino, può mettere in atto un tranquillo smottamento verso il rispetto, verso un domani più fiducioso.  

1 commento:

  1. Grazie per questo tuo scritto che dipinge la nostra realtà, in modo purtroppo perfetto.
    Sono contenta che tu sia qui.
    Buona giornata!
    Lara

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