mercoledì 4 luglio 2012

Sguardi


Lo sguardo è ciò che ti consente di vedere, di essere visto, di lavorare, di scolpire un'emozione.
Di carpire un frammento del pulviscolo della vita e renderlo un prezioso reperto.
Di decidere inconsciamente qualcosa senza alcun programma.
I programmi rovinano la visione spontanea, è un dato di fatto, almeno lo è per me.
Più le cose si caricano di doveri, meno si ha capacità di vedere e più si pretendono sguardi benevoli e comprensivi che si accontentano di briciole recenti per avere, noi, conferme alle cose che guardiamo.
Il guardare è diverso dal vedere.
Più si è scevri di attese, di risposte, di avvalli o negazioni, più la nostra capacità di guardare/vedere è libera di giudicare e scegliere.
Non esiste cassiere, tra i mille che ci sono per ogni aspetto della vita, che ci  possa assicurare dagli effetti di una sguardo.
Per me sono fondamentali.
Ho raccolto sguardi indifferenti e supponenti perchè privi di dati, cambiare in sguardi complici e fintamente interessati una volta a conoscenza dei rimbalzi.
Ho ricevuto sguardi meravigliosamente fragili, sconosciuti, rimasti incisi eternamente nell'istante accaduto.
Senza nessuna spinta ad approfondire, a costruire, a sognare, a realizzare.
Semplicemente la bellezza di un istante che si apre e si chiude nello stesso momento.
Ho come l'impressione che la nostra voglia di capire tutto, di comprendere ogni cosa, sia inversamente proporzionale al capirsi, all'essere.
Lo sguardo è in grado di giudicare senza proferire parola
Lo sguardo è in grado di aprire cancelli senza nessuna chiave
Lo sguardo ci offre informazioni che spesso ignoriamo e delle quali poi ci lamentiamo, affannandoci a cercare responsabilità inutili.
Sempre fuori da noi stessi.
Lo sguardo è l'unico elemento che ci tiene ancorati alla nostra natura "animale", nel senso più alto e complesso della parola.
Ma con una differenza tragica e fondamentale.
Siamo gli unici che hanno, pur guardando e vedendo, avuto l'immaginazione di costruire gabbie.
Nessun animale sarebbe mai stato in grado di pensare una soluzione simile.
E attraverso le sbarre, lo sguardo si polverizza e si ricompone, con il tempo, in uno specchio di sabbia.
Dove guardare e vedere coincidono, visto che ciò che si ha davanti e vogliamo raccogliere, siamo sempre, solamente, noiosamente noi stessi.



 

1 commento:

  1. DER PANTHER
    Rainer Maria Rilke
    Il suo sguardo dal passare della sbarra
    È diventato cosi stanco, che nulla più trattiene.
    È come se vi fossero mille sbarre
    E dietro a mille sbarre nessun mondo.

    Il molle incedere di passi flessibili
    Che si gira entro strettissimi cerchi
    È come una danza di forza intorno a un centro
    Dove una grande volontà stordita riposa.

    Solo qualche volta si alza la cortina delle pupille
    In silenzio. – Poi vi penetra un‘immagine,
    Percorre il silenzio teso delle membra –
    E senza vita nel cuore s‘arresta.

    E' una poesia che ha segnato la mia vita.

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