martedì 24 gennaio 2012

" Sinceramente preoccupati "...


Tutti sinceramente preoccupati per le sorti di questa Italia martoriata, intrisa di chiacchiere e buoni propositi sulla carta e con un piede già libero sul vuoto del burrone. Tutti d'accordo nel dire e "pretendere" soluzioni immediate, interventi decisi che sollevino il destino e riaprano un panorama più sereno e positivo. Ma poi... I tassisti no, i farmacisti no, gli avvocati, no, i notai no, gli autotrasportatori no, i benzinai no, le assicurazioni no, le banche no, i ristoratori no, le edicole no... Sembra evidente che le soluzioni si debbano sempre e solo trovare tra le categorie alle quali non si appartiene. Si parla sempre di "casta" politica, é vero, forte, resistente che nel nome dei propri interessi ha provocato disastri economici ed istituzionali ma é altrettanto vero che ogni categoria, nella sua miopia sociale e partecipativa, immersa nel proprio egoismo economico, privo di sentimenti condivisi é casta anch'essa, senza distinzioni, senza scuse o giustificazioni particolari e personalizzate. Ci sono senza alcun dubbio errori profondi e gravi da parte di grandi gruppi, imprese ed aziende che hanno collaudato un sistema dell'evasione perfetto e compromesso con la politica ad ogni livello, ma pare che la base abbia ben imparato. Rapporti con sindaci, assessori, favori e contro favori sono assolutamente diffusi anche nelle periferie e nei borghi. Quando si deve mettere mano ad un sistema marcio e compromesso, purtroppo non é possibile verificare subito ogni aspetto ed ogni ripercussione, ci sono e ci saranno e si potranno equilibrare i giusti dettagli nel suo divenire ma é indispensabile assolutamente fare, concretamente e interrompere la catena di lamentazioni che nasconde quasi sempre un sottobosco pesante che zavorra qualunque cambiamento. Quindi non trovo accettabile che ogni categoria pensi solo ai propri bisogni e creda che la soluzione debba sempre venire dagli altri. D'accordo tutti ma adeguarsi e pagare il giusto no, voler crescere ma non accettare la concorrenza di un mercato equo e stimolante, criticare e fare di tutto per mantenere inalterate le cose ed i privilegi collegati. Altrimenti chi pagherà ancora una volta i costi pesanti di questa crisi negata fino a pochi mesi fa saranno e purtroppo come sempre, le classi più deboli, lavoratori, pensionati, coloro che in fondo non hanno associazioni, ordini, gruppi di potere alle loro spalle. Coloro che ogni giorno si scontrano con una realtà che sta sfuggendo di mano nel quotidiano ma anche nel futuro azzerando l'unica forza di cui dispongono, la speranza di un reale cambiamento e la costruzione di uno stato più giusto.

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