domenica 25 marzo 2012

Lo (S)tato delle cose...


Rubo un titolo da Wenders. Di un suo film ambientato sulla costa europea atlantica per ricordare Antonio Tabucchi morto nel suo amato Portogallo.
Come nel film, il sogno di realizzare con forza coerente un progetto, attraversando territori difficili, pieni di incomprensioni e di emarginazioni del pensiero e di mezzi continuando inesorabilmente nel cammino.
Perchè il cuore, l'idea, il sogno sono in grado di smuovere le montagne e contenere le onde.
Un tempo lentissimo di inquadrature meditate e di memorie sempre presenti e di linguaggio non omologato.
L'uno, nel film, si difendeva dall'ignoto e dai poteri occulti del mercato e degli affari sporchi con una cinepresa imbracciata come una pistola, l'altro, sul suo tavolino senza riflettori, dava libertà assoluta alla penna ed all'inchiostro del pensiero.
Defilato, visto con sospetto, persona che non aveva paura di usare parole nette e chiare nella definizione del regime che ha governato l'Italia negli ultimi anni, refrattario ai baronati televisivi, ai programmi, alla cultura serva, fedele al ruolo dell'artista che ha come unica e splendida libertà quella di esprimere il proprio pensiero.
Pensiero che condivido, scelte che mi assomigliano, che rimangono inalterate anche quando si gira la clessidra e la sabbia riprende a correre nello stesso imbuto nel medesimo tempo.
Accadrà senz'altro che un giorno i bulbi si romperanno e la sabbia schiavizzata dal vetro potrà tornare al mare. Come le idee giuste. Prima poi si riverseranno nelle strade e cambieranno i nomi alle vie ed alle piazze.
Grazie Antonio Tabucchi e buon viaggio. Mi raccomando, continua a scrivere, dovunque tu sia.
Il tempo e i luoghi non contano. Siamo qui solo di passaggio.

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